EU: EPSU VS Commissione europee

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(15 maggio 2018) La Federazione Sindacale Europea dei Servizi Pubblici (EPSU) ricorrerà alla Corte europea di giustizia contro la mancata trasformazione, in direttiva, da parte della Commissione, di un accordo raggiunto fra le parti sociali europee.

Di EPSU

L’accordo riguarda i diritti di informazione e consultazione per i lavoratori delle amministrazioni centrali dello Stato che erano stati esclusi dalla Direttiva del 2002 sui diritti all’informazione e consultazione anche in relazione ai trasferimenti di imprese e ai licenziamenti collettivi.

Nel marzo 2015, la Commissione europea ha annunciato la ripresa del dialogo fra le parti sociali. Il presidente Junker ha infatti comunicato nuove procedure per coinvolgere le parti sociali, sindacati e datori di lavoro, nella politica e nell’attività legislativa dell’UE.

A seguito di una consultazione da parte della Commissione, l’EPSU, insieme alla Confederazione europea dei sindacati indipendenti (CESI) e all’organizzazione dei datori di lavoro pubblici EUPAE, ha firmato un accordo il 21 dicembre 2015. L’accordo ha lo scopo di fornire diritti di informazione e consultazione a quasi 10 milioni di lavoratori delle amministrazioni centrali in tutta l’Unione europea su questioni che li riguardano direttamente, come ristrutturazioni, licenziamenti collettivi, orario di lavoro, salute e sicurezza o equilibrio tra lavoro e vita privata.

Tuttavia, il 5 marzo 2018 la Commissione ha comunicato che non avrebbe presentato una proposta di direttiva al Consiglio europeo, sostenendo che è sua prerogativa stabilire se procedere o meno con una proposta di direttiva.

L’EPSU ritiene che la Commissione abbia agito con “evidente disprezzo” per l’autonomia delle parti sociali tutelata dai trattati dell’UE e per questo si opporrà alla decisione sia con una forte iniziativa politica sia in sede giudiziaria.

Jan Willem Goudriaan, segretario generale di EPSU ha dichiarato: “Quattro mesi dopo la proclamazione del Pilastro Europeo dei Diritti Sociali, la Commissione ha compromesso il proprio impegno nei confronti del dialogo fra le parti sociali e dei diritti di informazione e consultazione”. Ha poi proseguito: “Il Pilastro Europeo dei Diritti Sociali offre una grande opportunità per rilanciare l’Europa sociale; rifiutandosi di presentare una proposta di direttiva, la Commissione ha fatto esattamente l’opposto.”

Dopo mesi di tattiche dilatorie, la Commissione è pervenuta a una decisione infondata e senza precedenti. Si tratta di un duplice attacco: in primo luogo, si nega la parità di trattamento dei lavoratori e quindi si discriminano i lavoratori delle amministrazioni centrali; in secondo luogo si indeboliscono i diritti delle parti sociali alla codecisione come previsto dai trattati dell’Unione europea.

Per maggiori informazioni rivolgersi a Pablo Sanchez psanchez@epsu.org 0032 (0) 474 62 66 33

L’EPSU, Federazione sindacale europea dei servizi pubblici, è la principale federazione di categoria della Confederazione europea dei Sindacati (CES). Raggruppa otto milioni di lavoratrici e lavoratori del servizio pubblico organizzati in oltre 250 sindacati nei settori dell’energia, dell’acqua e dei rifiuti; della sanità e dei servizi sociali; degli enti locali e dell’amministrazione nazionale in tutti gli Stati europei, compresi i paesi limitrofi dell’Europa orientale. L’ EPSU è l’organizzazione regionale riconosciuta dell’Internazionale dei Servizi pubblici (PSI). Per maggiori informazioni su EPSU e le sue attività consultare il sito: www.epsu.org